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Rituale sonoro di ricongiungimento tra Terra e Cielo

Arianna Lanci: ideazione, field recording, testi, immagini, voce, clavisimbalum, loopstation
Emiliano Battistini: field recording, live electronics

 

Il canto come invito alla relazione, come ascolto della vita della natura.

Il centro di questo progetto musicale è la relazione con il cielo.

Il sentimento di meraviglia che sempre sboccia porta alla registrazione del canto di diverse specie di uccelli selvatici che si legano al fiume Marecchia e alla città di Rimini e che entrano in dialogo con la voce e il clavisimbalum di Arianna Lanci.

A partire da un contatto quotidiano, che diventa valorizzazione e- infine- performance musicale, il concerto vuole essere un “luogo”, uno spazio di ricongiungimento tra terra e cielo, un riposizionarsi dell’essere umano dentro la complessa e magica trama qualitativa del mondo sonoro in cui si trova immerso, non più fulcro, ma parte di un tutto, di uno stesso respiro. Il canto degli uccelli non ha quindi nulla di ornamentale, ma è il centro di uno spazio interiore, di un migrare stando fermi, per addentrarsi nel qui ed ora- come a coltivare una forma più sottile di attenzione. Le musiche presentate sono composizioni originali, improvvisazioni e rielaborazioni di canti di tradizione orale o di brani vocali tratti dal repertorio colto europeo tra medioevo e barocco e inerenti l’immagine del cielo secondo molteplici declinazioni di significato.

Se il canto degli uccelli è trattato come un vero e proprio strumento musicale, la voce umana si fa spesso “ambientale”, venendo processata in tempo reale o riproposta in maniera differita, in punti specifici del concerto, tramite una serie di effetti sonori come il loop o il delay.

Il frutto di questa performance è una musica suggestiva- evocativa- che, legandosi essenzialmente alla fonosfera celeste, reinserisce l’essere umano nel mondo animale, superando la dicotomia tra natura e cultura, per l’instaurazione di un nuovo collettivo inclusivo e plurale.

 

 

 

 

MI RIGUARDA

Mi riguarda il cielo,

mi riguardano gli stormi di uccelli.

Mi riguarda questo struggimento,

che mi fa sentire parte.

Mi riguarda sentirmi fragile e risonante, perché sottile:

uno strato di pelle sottile.

Mi riguarda questo senso di paura

che riesco a tenere e contenere.

Mi riguarda l’immagine degli alberi,

mi riguardano i tronchi che prolungano la vita verso l’azzurro

senza temere oscurità e densità, senza temere.

Mi riguarda la solitudine, la sorgente, un sentiero dentro il bosco.

Mi riguarda il peso del passato, il respiro che si apre al pensiero del futuro.

Mi riguarda la vita del più piccolo animale,

mi riguarda la sofferenza di ogni animale sulla terra.

Mi riguardano i sospiri, le parole non trovate,

la voce del vento che aiuta nell’affinare l’ascolto.

Mi riguarda l’ascolto.

Mi riguarda la guarigione che viene dalla natura,

il perdono che viene dalla lontananza,

mi riguarda il silenzio

profondo,

e gentile.